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Progetto "Vivere un museo vivo"

Cioè credere fermamente nell'esistenza di una continuità storica, e quindi umana, che lega indissolubilmente eventi, cose e persone del passato - anche remotissimo - con eventi, cose e persone attuali.

Questo è l' "imperativo categorico" che motiva la nostra proposta: modificare l'immagine del museo, soprattutto l'immagine "collettiva" e superficiale, quella che fa dire a molti "Ah, soldi sprecati!... A cosa serve?!... Il museo, che noia!, quella che - il più delle volte - non li ha mai stimolati ad entrarci.

Quell'idea che il museo sia una fredda serie di stanze con bacheche di vetro stipate di pezzi catalogati secondo una misteriosa logica, con accanto nomi e definizioni ancora più misteriosi; o con pareti fitte di quadri di epoche e dimensioni diverse; o con una semplice quanto inutile esposizione di statue; il tutto in un'atmosfera solenne, silenziosa e anche un po' imbarazzante.

E il visitatore? L'unico interessato può essere uno studioso, uno "del mestiere"! Gli altri? Qualche scolaresca annoiata, "perché sennò la prof: ...", o qualche turista, pochi veramente appassionati, molti per poter dire di averne visto almeno uno!

Ma una visita che si limiti ad una superficiale osservazione dei pezzi esposti, già dimenticati al momento dell'uscita, non ha assolutamente significato, né il museo ha motivo di esistere.

Il museo dovrebbe - anzi, deve - essere uno stimolo a conoscere e ad approfondire i fondamenti della nostra esistenza, perché le cose del passato possano aiutarci a capire il nostro modo di essere moderno.

E se abbiamo perso questa curiosità, questo desiderio, e sempre meno lo stimolo viene dall'interno, da noi stessi, dobbiamo essere guidati, ci devono essere indicati una strada e un metodo.

Progetto Vumv 1jpgQuesto è lo scopo del nostro progetto per "vivere un museo vivo": la produzione di schede di lavoro, proposte di ricerca e stimoli per "partire dal museo e arrivare all'uomo", con una veste grafica particolare e studiata, con disegni, riproduzioni, suggerimenti bibliografici collegati alle biblioteche presenti sul territorio, e con il contributo di esperti per ogni settore; progetto mirato prevalentemente verso le scuole, per cercare di far comprendere ai ragazzi come tutto il patrimonio storico, scientifico ed umano che custodisce millenni di esistenza sia di loro - e di nostra - proprietà.

Stimolando i più giovani, confidiamo in un coinvolgimento degli adulti, insegnanti e genitori, recuperando anche il loro interesse; e magari in una maggiore e migliore sensibilità, per eredità genetica, delle future generazioni.

Ma come far vivere un museo di cose vecchie e morte?

Prima di tutto cancellando questo tipo di approccio e di mentalità: niente di tutto ciò che è stato fatto dall'uomo, o che può servire a capire l'evoluzione della vita sulla terra si può definire "morto".

In secondo luogo mediante l'approfondimento, il confronto, l'immedesimazione ed il coinvolgimento.

Si parte da un pezzo del museo:

- lo si osserva, se ne capisce la definizione, l'utilizzo o lo scopo e la collocazione storica (età, periodo, luogo);

- si confronta con realtà a noi più vicine, sia per ubicazione che periodo temporale;

- si fa uno sforzo di immaginazione per rendere "visibile" almeno alla mente la situazione in cui poteva essere collocato il pezzo in questione;

- infine si fanno paralleli concreti con esempi a noi vicini.

Un esempio:

1) Un bulino ed un perforatore (strumenti preistorici in pietra), si suppone utilizzati rispettivamente per incidere altri materiali (osso, legno, pelli) - e quindi strumento per costruire altri strumenti - e per forare prevalentemente pelli di animali.

2) Visualizzazione, con l'aiuto di disegni esplicativi e ricerca di materiale illustrativo o di filmati sull'argomento, di analoghi attrezzi e strumenti utilizzati ancora oggi dalle tribù di aborigeni esistenti allo stato naturale nelle foreste amazzoniche, per esempio, o nelle zone interne di Africa ed Australia.

3) Ricerca presso gli artigiani contemporanei per verificare se gli attrezzi che vengono utilizzati hanno attinenza con gli oggetti presi in esame: un calzolaio utilizza un attrezzo per bucare la tomaia e una taglierina per il cuoio: sono i "pronipoti" di quegli antichi oggetti? e i movimenti, a distanza di millenni, non sono gli stessi? esiste una comparazione tra questi strumenti della sezione preistorica e quelli della sezione di cultura materiale?

Inoltre, accanto alle varie possibilità di ricerca e di approfondimento - il cui carattere di interdisciplinarità e di adattabilità ai programmi scolastici ci pare chiarissimo - c'è anche la volontà di integrare la proposta con la realizzazione di filmati in videocassetta, rappresentazioni teatrali, mostre itineranti, corsi di formazione, visite guidate.

Creando così le basi ed offrendo gli strumenti perché un museo diventi uno stimolo per tutti a scoprire chi siamo e da dove veniamo.